Lo chiamano "fattore Zerbi"

Dovunque è andato ha sempre fatto la differenza e fatto fare il salto di qualità alla fortunata squadra che lo ha ingaggiato. Numeri alla mano, Francesco Zerbi è uno dei migliori bomber del secolo per quanto concerne i campionati regionali. Il signore del calcio dilettantistico ha centrato domenica la bellezza di 42 gol, firmando gli ultimi sei nella goleada contro il malcapitato Santa Cristina. Gli aspromontani non hanno potuto tenere a bada la furia killer di Zerbi che, quando sente l'odore del sangue, è sempre in agguato e colpisce senza farsi pregare. In meno di un anno, la scommessa della Cittanovese è stata vinta. Reduce dall'ultimo campionato con il bottino di appena 9 gol, il bomber si è rimesso in gioco e a posto fisicamente, scrivendo a pieno titolo il suo nome nella storia del panorama calcistico regionale, facendo invidia a qualsiasi squadra e legando il suo nome alla storia recente giallorossa. Questa pioggia di gol ha garantito la Promozione alla Cittanovese, anche anticipatamente rispetto alla fine del campionato, che aveva già emesso la propria sentenza. Chiamatelo "sentenza", chiamatelo "fattore Zerbi" o "fattore 42" (quest'ultimo nome è molto in voga e il più pronunciato a Cittanova e dintorni. Ripercorrendo la sua splendida carriera, rendiamo giusto tributo alle sue gesta. Non scopriamo certo oggi la vena realizzativa di questo predatore d'area di rigore, rapace in ogni dove. Originario di Polistena, Zerbi ha contribuito in passato al salto in Promozione della squadra della sua città, guidata da Natino Multari, ha vissuto da protagonista la cavalcata della Rosarnese in Serie D, la promozione in Eccellenza della Taurianovese. In 18 campionati, la metà sono stati vinti e portando sempre la sua firma. All'età di 34 anni, il "Lupo" (uno dei tanti soprannomi affibiatogli durante la sua lunga e folgorante carriera) può e deve ancora guardare avanti, ma voltandosi indietro e vedendo tutti i record battuti dalla Prima Categoria all'Eccellenza, può rivivere ogni impresa, costellata da un particolare non trascurabile: non l'ha mai buttata dentro dal dischetto: "I calci piazzati non mi interessano, non li vedo espressamente come compito mio, lascio agli altri questa responsabilità, a me quella di fare gol, rendere un'azione degna d'essere iniziata e conclusa a dovere" - ha detto Zerbi. Parole che risuonano come a voler risaltare la tempra mentale del giocatore e la grande considerazione di sè e dei propri mezzi realizzativi e non. Ricorda ancora Francesco, quando conquistò il primo campionato con il Marina di Gioiosa, squadra dove attualmente ha concluso la stagione un altro dei bomber di quelli che vedi quasi sempre, all'ordine del giorno, nel tabellino dei marcatori: si chiama come lui ma ha un cognome diverso Francesco Maviglia, anch'egli bomber di razza, che ha sempre fatto la differenza ovunque sia andato. Ricorda ancora, Francesco, i tempi del Roccella (appena promosso in Serie D), del Siderno, della Rosarnese, del Brancaleone (oggi fresco vincitore del campionato di Promozione), del Polistena e della Taurianovese. Eppure per lui, il segreto, ovunque abbia giocato, è sempre stato uno solo: "Essere un punto di riferimento mi dà il giusto stimolo per fare bene e sentirmi parte integrante di un progetto, ma le vittorie dei campionati arrivano solo se giochi in una squadra unita, dove l'uno gioca per l'altro, e per me, e per i compagni è sempre stato così, e i risultati sono lì a provarlo. A Cittanova mi trovo bene, soprattutto con la gente, con i dirigenti, con lo staff, con i compagni, ho trovato un connubio perfetto e non escludo quindi di concludere qui la mia carriera. Questo sport mi dà gioie immense e mi inorgoglisce il fatto che qui venga considerato un'icona per i giovani che si avvicinano al calcio. Il piacere del calcio è la gioia dei bambini che amano il rito della domenica. Dopo ogni gol la corsa verso il loro sorriso è diventata un piacevole rituale, un appuntamento inderogabile. E' stata una stagione fantastica per me e per tutta la città".